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Aste: dal “No. 1” di Rothko ai capolavori di Basquiat. Al via le evening sale di Londra

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Dopo un 2016 non brillantissimo, il mercato globale di arte moderna e contemporanea si appresta al suo primo test importante dell’anno. Fissate per il 7 e l’8 marzo le evening sale londinesi delle tre major, Christie’s, Sotheby’s e Phillips, che si presentano ai nastri di partenza con tre cataloghi particolarmente ricchi. Protagonisti delle tre aste Jean Dubuffet,  Jean-Michel Basquiat, Peter Doig, Gerhard Richter, Georg Baseliz – già in odor di record – e Alexander Calder. Ma anche tanti italiani, da Lucio Fontana a Carol Rama, fino al bellissimo lavoro di Rudolf Stingel che guida l’asta di Phillips. Anche per loro sarà interessante vedere quale sarà la risposta del mercato. Le tre aste, complessivamente, metteranno in vendita 154 opere per un totale atteso di almeno 168 milioni di sterline.

 

Christie’s: Rothko, Rauschenberg e il Basquiat di Adam Clayton

 

Catalogo ricchissimo, quello messo insieme da Christie’s per la sua evening sale del 7 marzo prossimo. Star della serata di King Street una coppia di opere a firma di due giganti della pittura americana del dopoguerra: Mark Rothko e Robert Rauschenberg. Di Rothko, Christie’s offre l’incredibile No. 1 del 1949 esposto per la prima volta nella storica personale dell’artista alla Betty Parson’s Gallery di New York nel 1950 e mai apparso in asta fino ad oggi. Rimasto in mano all’artista fino alla sua morte, il dipinto è il primo esempio della tipica composizione dell’artista americano che segnerà la nascita dell’Espressionismo Astratto. L’opera è valutata 8-12 milioni di sterline.

Sulla sinistra: Mark Rothko, No. 1, 1949). A destra: Robert Rauschenberg, Transom, 1963. Courtesy: Christie's
Sulla sinistra: Mark Rothko, No. 1, 1949). A destra: Robert Rauschenberg, Transom, 1963. Courtesy: Christie’s

Di Robert Rauschenberg, invece, l’asta di King Street presenta Transom del 1963 (stima: 4-6 milioni £), splendido esempio di quel linguaggio visuale che l’artista affinerà proprio agli inizi degli anni Sessanta nella sua serie di tele serigrafate che gli varrà il Gran Premio per la pittura alla Biennale di Venezia del 1964. Al fianco di questi due capolavori, anche Coburg 3+1 More di Peter Doig del 1994. La tela, proveniente dalla collezione della compagnia assicurativa Provinzial Rheinland che l’ha acquistata nello stesso anno in cui è stata dipinta, arriva in asta per la prima volta.

Peter Doig, Cobourg 3 + 1 More, 1994.
Peter Doig, Cobourg 3 + 1 More, 1994. Courtesy: Christie’s

Imponente nelle dimensioni (200×250 cm) e valutata 8-12 milioni di sterline, quest’opera è tra le grandi icone della prima stagione creativa di Doig, un’apparizione visionaria dalla quale affiora, come un ricordo appena abbozzato, una realtà avvolta da una membrana devastante cosparsa di pigmento che rimanda al Canada dove l’artista scozzese ha passato la sua giovinezza. Tra i top lot della serata, da citare, inoltre,  Être et paraître (1963) di Jean Dubuffet, stimato tra i 7 e i 10 milioni di sterline e uno splendido Untitled (Self-Potrait) di Jean-Michel Basquiat proveniente dalla collezione del bassista degli U2, Adam Clayton.

Jean-Michel Basquiat Untitled (1982), Oil stick on paper, Estimate: £1,000,000 - 1,500,000
Jean-Michel Basquiat Untitled, 1982. Courtesy: Christie’s

L’opera, datata 1982, è assente dal mercato da 25 anni e nel 1990 fu scelta come copertina del catalogo della mostra Basquiat Drawings alla Robert Miller Gallery di New York. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un’opera che arriva in asta per la prima volta ed è valutata 1-1.5 milioni £. Sempre di Basquiat troviamo poi in asta anche Alpha Particles, lavoro del 1984 stimato 2.5-3.5 milioni di sterline. Infine da rilevare, all’interno del catalogo di Christie’s, anche la presenza di alcune opere a firma di autori italiani. In particolare troviamo 3 lavori di Lucio Fontana, un Achrome di Piero Manzoni, un Untitled di Maurizio Cattelan e Bricolage, opera del 1967 a firma di Carol Rama.

 

Sotheby’s aspettando il nuovo record di Baselitz

 

L’8 marzo sarà la volta di Sotheby’s che risponde alla “rivale” con un catalogo altrettanto ricco. A guidare l’evening sale di New Bond Street, una delle più belle figure maschili a grandezza naturale appartenente alla serie di dipinti di grandi dimensioni che Jean-Michel Basquiat ha realizzato negli anni Ottanta: Untitled (One Eyed Man or Xerox Face) del 1982. Una data fondamentale, il 1982 nella carriera di Basquiat che proprio in quell’anno si rivelò prodigio dell’elite pittorica e fu il protagonista di 6 mostre personali diventando il più giovane artista ad essere invitato a Documenta 7, al fianco di personaggi del calibro di Gerhard Richter, Joseph Beuys, Cy Twombly ed Andy Warhol.  E proprio in merito alla produzione di quell’anno Basquiat affermò: «Ho realizzato le migliori opere di sempre». Stimata 14-18 milioni di sterline, questa tela è apparsa per la prima volta in asta nel 1987, un anno prima della morte dell’artista, e fu battuta per 23.100 $, la cifra più alta mai pagata al tempo per una sua opera.

Jean-Michel Basquiat, Untitled (One eyed man or xerox face), 1982. Courtesy: Sotheby's
Jean-Michel Basquiat, Untitled (One eyed man or xerox face), 1982. Courtesy: Sotheby’s

Al suo fianco, tra i top lot della serata, il bellissimo Eisberg di Gerhard Richter. Datato 1982 e proposto con una stima di 8-12 milioni £, questo dipinto è, con molta probabilità, uno dei più bei paesaggi dipinti da Richter in tutta la sua carriera. Immediatamente precedente alla sua serie “Candle”, questa tela è la più grande di tre che l’artista tedesco ha dedicato allo stesso soggetto, basate sulle foto scattate durante il suo viaggio in Groenlandia nel 1972. Grande attesa, inoltre, per Mit Roter Fahne (1965) di Georg Baselitz che, valutato 6.5-8.5 milioni di sterline, potrebbe far registrare il nuovo record d’asta per l’artista, attualmente fissato poco al di sopra dei 4 milioni. Appartenente alla serie seminale degli Heroes, questa tela è stata esposta in tutte le più importanti mostre di Baselitz attorno al mondo.

Georg Baselitz, Mit Roter Fahne (With Red Flag), 1965
Georg Baselitz, Mit Roter Fahne (With Red Flag), 1965. Courtesy: Sotheby’s

E un’altra chicca è anche l’Homme au Papillon (stima: 3-5 milioni £) di Jean Dubuffet, uno dei lavori più significativi dell’artista francese, acquistato a suo tempo dal suo patrono britannico: E.J. Power, uno dei più importanti collezionisti inglesi del dopoguerra e deus ex machina della grande retrospettiva che la Tate dedicò all’artista nel 1966. Ma in catalogo non mancano opere importanti di Alexander Calder e Adrian Ghenie, Martin Kippenberger e Anselm Kiefer. Come, anche in questo caso, è ben rappresentata l’arte italiana con opere di Lucio Fontana, Alberto Burri, Rudolf Stingel, Michelangelo Pistoletto, Alighiero Boetti, Paolo Scheggi, Arnaldo Pomodoro e, soprattutto, Carol Rama.

Carol Rama, Arcadia (Ti amo… ti amo), 1975. Courtesy: Sotheby’s

Dell’artista torinese, che sembra essere ormai il nome emergente del momento, Sotheby’s offre Arcadia (Ti amo… ti amo) del 1975. Valutata  70-100.000 £, quest’opera aprirà l’asta dell’8 marzo prossimo che complessivamente si attende di realizzare tra gli 83 e i 115 milioni di sterline con 62 lotti.

 

Phillips scommette sull’Italia

 

Catalogo strettissimo, infine, per Phillips che, in modo abbastanza inedito, batte la sua evening sale londinese nello stesso giorno di Sotheby’s: l’8 marzo. Appena 30 le opere proposte in asta per un’aspettativa di circa 15 milioni di sterline. Ma soprattutto una selezione di opere che punta molto sull’Italia per portare a casa il risultato finale. I due top lot della serata di Berkeley Square, infatti, sono entrambe opere italiane: la prima è un Untitled (Plan B) di Rudolf Stingel. Valutato 2.5-3.5 milioni di sterline, questo lavoro del 2008 appartiene alla serie di dipinti realizzata su ispirazione dell’installazione che l’arista creò nel 2004 alla Grand Central Terminal di New York.

Rudolf Stingel, Untitled (Plan B), 2008
Rudolf Stingel, Untitled (Plan B), 2008

Si tratta di un bellissimo esempio della sua pratica artistica rivoluzionaria, che testa i confini tra astrazione e figurazione così come i limiti dei singoli materiali, colori e concetti più ampi. Stingel è presente in asta, inoltre, con altri due lavori ma questa è in assoluto il top lot della serata assieme a Mulatero di Miquel Barcelò, presentato con una stima identica.

Gino Severini, Danseuse et violoniste, 1915. Courtesy: Phillips.
Gino Severini, Danseuse et violoniste, 1915. Courtesy: Phillips.

Tra le opere con le stime più interessanti da citare anche il bellissimo disegno di Gino Severini: Danseuse et violiniste (1915), un’opera che cattura a pieno la ricerca, portata avanti dall’artista italiano, di un bilanciamento tra figurazione e astrazione. Stimato 1.2-1.8 milioni di sterline, questo disegno in passato ha fatto parte della collezione del critico Albert Schneeberger e, nel 2001, è stato inserito nella mostra Gino Severini: The Dance 1906-1916 curata da Daniela Fonti alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia. Sempre per quanto riguarda l’arte italiana, da segnalare anche la presenza, nel catalogo di Phillips, di un disegno di Giacomo Balla (Automobile in corsa – studio del 1913-14; stima: 300-400.000 £) e di uno dei primi esempi di specchianti di Michelangelo Pistoletto: Particolare di deposizione del 1975 (stime: 500-700.000 £).

Nicola Maggi
Nicola Maggi
Giornalista professionista e storico della critica d'arte, Nicola Maggi (n. 1975) è l'ideatore e fondatore di Collezione da Tiffany il primo blog italiano dedicato al mercato e al collezionismo d’arte contemporanea. In passato ha collaborato con varie testate di settore per le quali si è occupato di mercato dell'arte e di economia della cultura. Nel 2019 e 2020 ha collaborato al Report “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione” di Deloitte Private. Autore di vari saggi su arte e critica in Italia tra Ottocento e Novecento, ha recentemente pubblicato la guida “Comprare arte” dedicata a chi vuole iniziare a collezionare.

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