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Art Market Online: la scarsa trasparenza del mercato frena la crescita

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C’eravamo lasciati con il mercato online dell’arte che cresceva a ritmo sostenuto grazie, in primo luogo, alle piattaforme e-commerce delle realtà “fisiche” – Christie’s e Sotheby’s in testa. Adesso, ad un anno di distanza, la crescita prosegue ma non come si aspettavano gli analisti; frenata da un mercato dell’arte che non sembra avere intenzione di rinunciare alla sua tradizionale opacità, in particolare per quanto riguarda i prezzi. E ciò anche se i galleristi sembrano riporre grandi aspettative nelle potenzialità del web per incrementare le vendite in un mercato sempre più globale. Questo l’aspetto più interessante che emerge dall’Hiscox online art trade report 2018. Una situazione che ha spinto Robert Read, direttore del dipartimento di Art and Private di Hiscox, a definire “enigmatico” il mercato online dell’arte. Ma vediamo quali sono i principali dati che emergono dal rapporto di quest’anno.

 

Art Market Online: un business da 4.2 miliardi $

 

Nel 2017 il mercato dell’arte online è cresciuto, a livello globale, del +12% sull’anno precedente, raggiungendo un valore i 4.2 miliardi di dollari. Un trend tutto sommato positivo, ma al di sotto delle performance del passato. Nel 2016, infatti, questo segmento aveva fatto registrare un +15% su un 2015 da record, che si era chiuso addirittura con un +24% sul 2014. L’art market online cresce, dunque, ma sempre più lentamente, a differenza di quanto avviene in altri settori commerciali, dimostrando una più accentuata difficoltà nel convertire gli “incerti”, tanto che nel 2017 il numero dei nuovi clienti è crollato rispetto al 2016.

Una situazione, questa, solo in parte bilanciata dai compratori “fidelizzati” che, nell’ultimo anno, hanno fatto registrare una frequenza d’acquisto più alta che in passato – il 74% dei clienti ha acquistato più di un’opera negli ultimi 12 mesi -, ma senza dimostrare una preferenza specifica per una piattaforma piuttosto che per un’altra: quello che interessa è, in modo sempre più significativo, la qualità dell’offerta (94%), ma questo vale sia per i canali online che per quelli offline. Molto amato, invece, è Instagram che è ormai diventato il canale social più utilizzato, tanto da essere riconosciuto come uno strumento fondamentale per la ricerca di nuovi clienti anche ad di fuori dei confini tradizionali del mercato dell’arte.

Interessante il fatto che il mercato online stia contribuendo ad ampliare la tipologia di opere acquistate dai collezionisti che sempre di più, inoltre, utilizzato il proprio smartphone per concludere gli acquisti (20% del totale, +4% rispetto al 2015). Ma cos’è, dunque, che non permette all’art market online di esplodere, attirando verso di sé nuovi clienti? Fondamentalmente la scarsa trasparenza nei prezzi: nel report di quest’anno, infatti, il 90% dei nuovi acquirenti online dichiara che la trasparenza dei prezzi è l’elemento chiave e il criterio di base per acquistare arte in rete.

Seguono, oltre alla già citata qualità, le aspettative per un servizio sempre più completo e rapido: educati dal modello Amazon Prime, anche chi compra arte online ha grandi aspettative per quanto riguarda la propria esperienza di acquisto, tanto che per il 37% dei collezionisti e per il 48% delle piattaforme, la logistica rappresenta una delle sfide principali del futuro per far crescere questo mercato. Oltre alle garanzie sul “reso” (77% dei buyer). Insomma, i clienti nuovi e vecchi chiedono al mercato online dell’arte di allinearsi agli standard a cui li hanno abituati realtà, appunto, come Amazon.

 

Galleria: il web porta nuovi clienti, ma meno “fedeli”

 

In crescita il numero delle gallerie che utilizza piattaforme di “terze parti” per vendere arte online e per trovare nuovi clienti. Il 73% dei galleristi intervistati ha infatti dichiarato che i clienti online sono sostanzialmente nuovi per loro. Un dato positivo, certo, ma che solleva un altro problema: quello della fidelizzazione. Per il 43% delle gallerie, infatti, gli acquirenti online raramente ritornano, ma il web è ormai fondamentale per raggiungere i clienti internazionali. Così la pensa il 70% degli intervistati.

 

Art Market Online: un futuro “enigmatico”

 

«Il mercato dell’arte online rimane enigmatico – afferma Robert Read, direttore del dipartimento di Art and Private di Hiscox – La crescita rallenta e le grandi aspettative di consolidamento di un mercato super-congestionato rimangono elusive, anche se l’81% delle piattaforme si aspetta di più». «Certo – aggiunge Read – il futuro del mercato online è garantito, anche se le sue forme rimangono un mistero». E basta dare un’occhiata a quanto dichiarano i vari operatori intervistati per l’Hiscox online art trade report 2018 per comprendere a pieno le dimensioni di questo “mistero”.

L’81% delle piattaforme intervistate, infatti, dichiara di aspettarsi un tasso più alto di consolidamento di questo mercato durante 2018 e il 57% si attende che ciò avvenga nella forma di quelle che in gergo tecnico si chiamano le vertical merger”, ossia operazioni di fusione e acquisizione tra due società che operano a livelli diversi della catena di valore. Tanto che il 41% degli intervistati è convinto che il mercato online dell’arte si consoliderà attorno a pochi soggetti; mentre un altro 30% crede che a dominare la piazza saranno le piattaforme nazionali e locali. Il rimanente 32% è convinto, invece, che il canale online continuerà a funzionare solo per alcune specifiche tipologie di oggetti d’arte.

 

Il futuro passa (anche) dalle nuove tecnologie

 

All’interno di questo scenario estremamente vario, in cui ogni opzione di sviluppo futuro rimane valida,  per questo 2018 circa il 50% delle piattaforme coinvolte nell’indagine sostiene che la competizione più forte, per quanto riguarda l’online, si avrà nel campo delle aste: Artsy ha già fatto grandi investimenti in questo campo, è altri aggregatori come Invaluable, Live Auctioneers e thesaleroom.com stanno crescendo sempre di più. Ma non solo. Negli ultimi 12 mesi, Artsy, Sotheby’s e Etsy – oggi rispettivamente a 2°, 3° e 8° posto nella top 25 delle piattaforme online – hanno acquistato società e creato team che stanno lavorando sull’apprendimento automatico e sull’intelligenza artificiale. Due campi che potrebbero rappresentare gli strumenti più avanzati per la “caccia” ai nuovi clienti online.

E in termini di nuove tecnologie, il mercato online dell’arte sembra guardare con sempre maggior interesse (60%) anche alle cosiddette criptovalute e alla blockchain – che potremmo definire in modo molto semplicistico come il registro delle transazioni -, anche se oggi solo il 7% accetta le valute “elettroniche” come forma di pagamento e appena l’8% si avvale delle tecnologia blockchain. Sullo sfondo, ma neanche troppo, un crescente timore dei buyer online per il cyber crime, con il 41% di questi che si dice molto preoccupato ogni volta che compra arte online.

Una preoccupazione che nasce anche dal fatto che il 54% delle piattaforme ha subito, negli ultimi 12 mesi, almeno un attacco informatico. Attacchi che nel 12% dei casi è andato a buon fine. E la cosa allarmante è che il 41% delle gallerie e il 25% delle piattaforme online si è dichiarata all’oscuro dei contenuti del nuovo GRPR, ossia il nuovo Regolamento in materia di protezione dei dati personali che entrerà in vigore il prossimo 25 maggio 2018. Certamente non  è il miglior presupposto per affrontare il futuro.

Nicola Maggi
Nicola Maggi
Giornalista professionista e storico della critica d'arte, Nicola Maggi (n. 1975) è l'ideatore e fondatore di Collezione da Tiffany il primo blog italiano dedicato al mercato e al collezionismo d’arte contemporanea. In passato ha collaborato con varie testate di settore per le quali si è occupato di mercato dell'arte e di economia della cultura. Nel 2019 e 2020 ha collaborato al Report “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione” di Deloitte Private. Autore di vari saggi su arte e critica in Italia tra Ottocento e Novecento, ha recentemente pubblicato la guida “Comprare arte” dedicata a chi vuole iniziare a collezionare.
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