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Libri: “Storie e segreti del mercato dell’arte” di Simone Facchinetti (Il Mulino)

del

Misteriosi falsi, dipinti con un’attrazione fatale, identikit di ritratti smarriti, lettere contenenti estorsioni. Non pensavo che ci si potesse divertire tanto a leggere un libro che, dal titolo e dai temi succitati, sembrava esser stato scritto con tutt’altro registro. Mi ero persuaso della mia convinzione anche per il fatto che il mercato dell’arte vale quasi 70 miliardi di dollari, stando all’ultimo report, e in questi tempi di manovra finanziaria e Brexit alle porte, non tutte le previsioni sono rosee e ridere potrebbe non essere indicato.

Menomale che alla fine del libro lo stesso autore ammette di essersi divertito talmente tanto a scriverlo che promette di tornare in libreria con altri segreti e altri racconti.

La casa editrice Il Mulino ha pubblicato qualche mese fa la raccolta di alcuni articoli di Simone Facchinetti, già pubblicati sull’inserto domenicale de “Il Manifesto” e su “Il Giornale dell’Arte”, ma vi assicuro che gli inediti, tra cui ci sono tre capitoli imperdibili dedicati ai collezionisti, valgono il prezzo del biglietto, come si scrive in questi casi.

Lo stile con cui è scritto ciascun pezzo è impeccabile: ciascuna storia sembra una puntata di una ipotetica serie tv. Che si parli di attribuzioni o riattribuzioni, aste andate a vuoto o con rialzi 10 volte la base, per non parlare dei ritrovamenti, molti capitoli vi regaleranno dei colpi di scena.

Nonostante l’autore paragoni il mercato dell’arte al gioco d’azzardo o ad un luna park, egli ci suggerisce che c’è un altro modo per capire questo mondo: studiarlo lentamente, e si percepisce che è quello che preferisce, frequentarlo con discrezione e fare tesoro di ogni scoperta.

Tutte le storie raccontate nel libro, infatti, sono state vissute in prima persona e sono state scritte con informazioni di prima mano. Da ciascun aneddoto è possibile ricavare un’informazione utile a capire le mosse dei protagonisti principali del mercato dell’arte: case d’asta, mercanti e soprattutto collezionisti.

E proprio a questi ultimi sono dedicati alcuni ritratti, scritti come se fossero stati scolpiti o dipinti in tanti anni di incontri, che ci regaleranno dei viaggi nel tempo e in alcune delle collezioni che probabilmente non riusciremo mai a vedere dal vivo.

Da alcuni di loro sembra che l’autore sia riuscito a ricavare alcune definizioni del collezionare, se mai fosse possibile definire una passione del genere.

  • Collezionare è fare delle scelte estetiche e questo probabilmente è quello che distingue gli uomini in generale e i collezionisti in particolare
  • Collezionare è un modo per vivere più vite, ampliare il proprio sapere ed esorcizzare la morte.
  • Collezionare è tutta una questione di stile: se uno non ce l’ha, non basteranno tutti i soldi del mondo per possederne uno.

Dopo aver letto il libro scoprirete chi sono i tre collezionisti dietro ciascuna di queste definizioni: voi in quale vi ritrovate o vorreste ritrovarvi?

 

10 citazioni da non dimenticare:

 

  1. «Chi cerca qualcosa di immateriale in un’opera d’arte lo trova nascosto nell’aura che la circonda. Tuttavia in banca l’aura non vale assolutamente nulla, non conviene farci troppo credito». (p. 81)
  2. «Esistono arcipelaghi della storia dell’arte più fortunati di altri. Intorno al gorgo dei leonardeschi c’è un interesse morboso. Idem si può dire per i caravaggeschi. L’assenza cronica delle opere di due principali sviluppa un’attrazione fatale per tutto ciò che venuto in contatto con loro. È sempre meglio stare lontani da queste zone acquitrinose, abitate da impostori e creduloni, presenti nella stessa proporzione». (p. 91)
  3. «Il prezzo che un’opera stabilisce in un’asta è relativo solo a quella determinata circostanza: fissa il prezzo del bene in quel preciso momento, non vale per il passato, tantomeno per il futuro». (p. 115)
  4. «Per capire la qualità serve molta cultura visiva. Uno può anche non aver letto un libro, però deve aver visto molto». (p. 137)
  5. «Le pitture ridicole sono rare perché non sono sopravvissuta ai secoli. (…) Se c’era da scegliere tra conservare una bella Madonna o dei vecchi che fanno gesti turpi, si buttavano via i vecchi e si teneva la madonna prevaleva quasi sempre, il giudizio sul tema illustrato e non sulla qualità dell’opera. Quando riemerge una pittura ridicola conviene alzare le antenne: osservarla e capirla nel limite del possibile». (p. 189)
  6. «Sono molti i fattori che contribuiscono al successo di un’opera: il formato, lo stato di conservazione, il soggetto. L’apprezzamento superficiale di un quadro non dipende da come dipinto ma da cosa raffigura, questa è una regola che va tenuta sempre presente». (p. 201)
  7. «Vince sempre il potere della narrazione sulla qualità formale dell’opera d’arte». (p.207)
  8. «Alcune geografie artistiche sono più fortunate: perché meglio studiate, meglio divulgate, meglio conosciute, quindi meglio percepite e collezionate». (p.213)
  9. vGertrude Stein diceva gli amici che per farsi una collezione è sufficiente risparmiare sul guardaroba». (p. 209)
  10. «Ogni terra ha il suo eroe e ogni collezionista trova il quadro in cui rispecchiarsi, con o senza cappotto». (p.211).

 

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Titolo: Storie e segreti dal mercato dell’arte

Autore: Simone Facchinetti

Editore: Il Mulino

Collana: Intersezioni

Nr. Pagine: 160

Data: 2019

Prezzo di copertina: 15,00 €

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Salvatore Ditaranto
Salvatore Ditaranto
Salvatore Ditaranto si occupa di marketing, contenuti e palinsesti televisivi in Rcs. È appassionato di arte, di editoria e di Milano.
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