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Meeting Art: da Frank Stella a Vincenzo Agnetti, ecco l’asta n. 823

del

Circa 600 lotti suddivisi in 6 sessioni che saranno battute tra sabato 11 e domenica 26 marzo. E’ tutto pronto per l’asta di arte moderna e contemporanea di Meeting Art n. 823. Un catalogo corposo, quello messo insieme dalla casa d’aste di Vercelli, una delle più importanti del nostro paese, che da sempre riesce ad unire alla quantità, una qualità media apprezzabile con alcune punte di pregio. Impossibile, come capite bene, dare una lettura esaustiva di un gruppo di opere così numeroso, ma cerchiamo di vedere alcune di quelle che ci sono sembrate più interessanti. A partire dall’Untitled di Frank Stella (lotto 99) scelto per la copertina del catalogo. Si tratta di un’opera degli anni Ottanta, quando il minimalismo dei suoi primi lavori ha lasciato ormai il passo a creazioni più elaborate ed esuberanti, caratterizzate da forme sinuose, colori fluo e pennellate scarabocchiate. Un’evoluzione stilistica che ritorna anche nelle sue stampe di questi decenni che vendono combinate diverse tecniche d’incisione e di disegno. E proprio a queste appartiene l’opera in catalogo da Meeting che ha uno stile che rimanda alla serie di incisioni Swan che l’artista americano crea proprio agli inizi degli anni Ottanta.

LOTTO 99 - Frank Stella, Senza titolo, 1981
LOTTO 99 – Frank Stella, Senza titolo, 1981

Presentato con una stima di 60-70.000 euro, questo lavoro di Stella è già passato in asta da Christie’s New York nel 2008, dove fu aggiudicato per 15.000 $ (diritti inclusi). Da rilevare una certa incongruenza tra quando indicato nel catalogo di Meeting – dove l’opera è presentata come “pastelli ad olio su carta” – e quanto scritto nel catalogo dell’asta newyorchese dove il lavoro è descritto, in maniera secondo me più corretta, come una litografia con pastello ad olio su carta. Peraltro, seppur datata 1981 vicino alla firma, l’opera risulterebbe, sempre stando alla scheda di Christie’s, eseguita nel 1987. Si tratta comunque di un pezzo unico. Proseguendo nella nostra lettura, se il top lot della prima sessione (11 marzo, lotti 1-100) è Bianco di Agostino Bonalumi del 1986 (lotto 100, stima: 110-130.000 €), particolarmente interessante è il lotto 40: un Senza titolo di Salvatore Emblema.

LOTTO 40 - Salvatore Emblema, Senza titolo, prima metà anni '70
LOTTO 40 – Salvatore Emblema, Senza titolo, prima metà anni ’70

Di dimensioni contenute e presentato con una valutazione di 7-8.000 € questo lavoro della metà degli anni Settanta, mi sembra un buon esempio di quell’analisi sul concetto di Trasparenza che Emblema inizia ad approfondire a partire dal 1969 su input di Giulio Carlo Argan, conosciuto durante il suo secondo soggiorno americano del 1965. Una Trasparenza intesa come condizione percettiva: la compenetrazione di luce e sostanza e il rapporto dinamico di un oggetto d’arte con il contesto della sua presentazione. Luce e spazio che vengono indagati attraverso un uso della vernice limitato e allo stesso tempo generoso o, come in questo caso, con la sua assenza che lascia nuda la Iuta della tela facendoci scoprire come tale indagine è stata condotta in un determinato momento.

LOTTO 69 - Jaques Villeglè, Rue Brantome, 1974
LOTTO 69 – Jaques Villeglè, Rue Brantome, 1974

Continuando a sfogliare il catalogo di Meeting Art, saltano all’occhio un paio di piccoli décollage del 1974 a firma di due dei protagonisti del Nouveau réalismeJaques Villeglè, Rue Brantome (lotto 69, stima: 14-16.ooo €) e Mimmo Rotella, Senza titolo (lotto 80, stima: 8-9.000 €). E molto bello è anche il Paul Jenkins al lotto 87: Phenomena of resusitation del 1960 (stima: 36-40.000 €). Si tratta, peraltro, di uno dei primi lavori di Jenkins, che amava definirsi un abstract phenomenist, con nel titolo quel termine Phenomena che l’artista inizia ad usare proprio a partire dal 1960, influenzato dalla teoria dei colori di Goethe.

LOTTO 87 - Paul Jenkins, Phenomena of resusitation, 1960
LOTTO 87 – Paul Jenkins, Phenomena of resusitation, 1960

Nella seconda sessione (12 marzo, lotti 101-200), ci piace segnalare la presenza di alcuni lavori fotografici come Kinbaku (2005/2010) di Nobuyoshi Araki e il bel trittico di Michele Zaza del 1979: Neo terrestre (lotto 153, stima: 10-12.000 €). E pregevole mi pare anche Bambino, piccolo olio su cartone telato del 1972 a firma di Xavier Bueno (lotto 195, stima: 12-14.000 €), come bella è anche la tela di Marina di Carrara (1934) di Carlo Carrà che chiude la sessione (lotto 200, stima: 27-30.000 €). Meno stimolante la terza tornata dell’asta (18 marzo, lotti 201-300) dove si possono trovare un paio di lavori storici di Elio Marchegiani e Giorgio Griffa e poco altro.

LOTTO 153 - Michele Zaza, Neo terrestre, 1979
LOTTO 153 – Michele Zaza, Neo terrestre, 1979

Più vivace, invece, la quarta sessione (19 marzo, lotti 301-400) dove tra alcuni piccoli lavori di Sironi, De Pisis, Marino Marini, Baruchello o Tano Festa, sbuca una delle opere che preferisco tra quelle inserite in quest’asta: Fanciulla a Villa R., carta di Giosetta Fioroni del 1968, presentata al lotto 380 con una stima di 18-20.000 €. Seguita, al lotto 393, da un Personaggio di Enrico Baj del 1961 (stima: 14-16.000 €).

LOTTO 380 - Giosetta Fioroni, Fanciulla a Villa R, 1968
LOTTO 380 – Giosetta Fioroni, Fanciulla a Villa R, 1968

Si arriva così al quinto capitolo dell’asta di Meeting Art (25 marzo, 401-500), in assoluto quello più interessante. Già al lotto 416 incontriamo Medea, collage su cartone a firma di Nicolay Diulgheroff (stima: 4-6.000 €) realizzato in quel 1930 che vede l’arista bulgaro partecipare, per la seconda volta, alla Biennale di Venezia, poi all’Esposizione futurista di Alessandria e alla Mostra Amici dell’Arte a Torino dove, dal 1928 al 1938, Diulgheroff fu membro attivissimo gruppo futurista della città.

LOTTO 416 - Nicolay Diulgheroff, Medea, 1930
LOTTO 416 – Nicolay Diulgheroff, Medea, 1930

E un anno importante è anche quel 1966 che data la Composizione di Emilio Scanavino proposta al lotto 458. E’ nel ’66, infatti, che Scanavino è invitato per la terza volta alla Biennale di Venezia dove ha una sua sala personale e vince il Premio Pininfarina. Caratterizzato da uno sfondo di un grigio profondo, questo olio su cartone è valutato 10-12.000 €.

LOTTO 458 - Emilio Scanavino, Composizione, 1966
LOTTO 458 – Emilio Scanavino, Composizione, 1966

Tra le varie opere interessanti che si trovano in questa sessione dell’asta di Meeting, mi piace poi citare il bel Senza titolo (1939) di Manlio Rho al lotto 467 – stima 21-24.ooo € – e Crisalide (1972) di Claudio Cintoli: lotto 484, stima 14-16.000 €. E l’elenco potrebbe essere decisamente lungo, ma l’opera sicuramente più importante di questa tornata, oltre ad essere il secondo top lot dell’asta assieme al già citato Bonalumi, è Dati due o più istanti lavoro vi sarà sempre una durata-lavoro contenente gli istanti dati, bachelite del 1972 di Vincenzo Agnetti (lotto 500, stima: 125-140.000 €).

LOTTO 500 - Vincenzo Agnetti, Dati due o più istanti lavoro vi sarà sempre una durata-lavoro contenente gli istanti dati, 1972
LOTTO 500 – Vincenzo Agnetti, Dati due o più istanti lavoro vi sarà sempre una durata-lavoro contenente gli istanti dati, 1972

Poco da dire, infine, sulla sesta sessione (26 marzo, 501-600), ma il catalogo è veramente ricco e l’unico consiglio che mi sento di darvi è quello di studiarvelo con calma per trovare l’opera che fa per voi. SFOGLIA IL CATALOGO -> ASTA 823 – MEETING ART

Nicola Maggi
Nicola Maggi
Giornalista professionista e storico della critica d'arte, Nicola Maggi (n. 1975) è l'ideatore e fondatore di Collezione da Tiffany il primo blog italiano dedicato al mercato e al collezionismo d’arte contemporanea. In passato ha collaborato con varie testate di settore per le quali si è occupato di mercato dell'arte e di economia della cultura. Nel 2019 e 2020 ha collaborato al Report “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione” di Deloitte Private. Autore di vari saggi su arte e critica in Italia tra Ottocento e Novecento, ha recentemente pubblicato la guida “Comprare arte” dedicata a chi vuole iniziare a collezionare.
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